lunedì 22 marzo 2010

amarezza&scamorze sociali.

Possibile mai che il primo vero post debba essere amaro?
Le date non sono dalla nostra parte, comunque. Sei ore sono passate a sbatacchiare quel poco che rimane ancora dell'orgoglio nazionale, ascoltando da molto vicino un ben noto e apprezzato giornalista-scrittore meridionale. Alla fine, boccheggiante per l'ansia, mi sono ritrovato con una dose massiccia di bile da smaltire, ma anche con qualche interlocutore in più (e chissà che questi nuovi interlocutori ugualmente abbiliatinon abbiano a entrare di diritto nella mia Pisa 2.0).
Chiaramente, su queste pagine, ogni frase di commento agli incontri eccezionali col sopra-alluso narratore risulterebbe assai pretenziosa e vanesia, e mi astengo quindi dal metterne per iscritto i dettagli. Dico solo che è incredibile come l'Italia possa essere perfino peggiore di quella degli articoli di Travaglio, delle campagne di firme di Repubblica o dei titoli di Libero (quando c'era il governo Prodi, savasàn again). Così amareggiato da questa rinnovata consapevolezza sui nostri limiti nazionali, sono almeno sollevato dal non dover votare a questo giro, onde non dover scalfire il mio proverbiale moderatismo elettorale. L'astensione oggi non mi pare più un'opzione così illegittima (tranne che in Lazio, dove ormai il nemico è Bagnasco - e chi ha orecchi da intendere intenda...).
E tuttavia, ogni buon apprendista cuciniere deve tenere sempre a mente che con così tanto amaro in circolo c'è solo un modo di procedere: buttarci sopra un po' di formaggio a rosolare, nuovi interlocutori, vecchi progetti, scamorza insomma.

Quiche radicchio e scamorza
Assai più buona di quanto possiate pensare: purtroppo il radicchio è una delle cicorie meno utilizzate da cotte, proprio per la sua amarezzitudine. Da anni, però, l'Orzo Bruno ci ha abituato al suo piatto vegetariano proprio centrato su scamorza&radicchio (o erano tomini?), e dunque i più pisani tra voi saranno meno scettici di quanto lo sia stata ieri una nata sulle rive del fiume Santerno...

Ingredienti
una pasta brisée confezionata (vabbè, se la volete fare voi fate pure, che ve lo devo da impedi' io?)
3 uova (di una useremo solo il tuorlo, quindi se ne avete 2 eliminate pure il passaggio del tuorlo)
radicchio, savasàn (re-again)
latte (ma io l'ho dimenticato)
40 grammi di parmigiano
una scamorza affumicata

Svolgimento
fate appassire il radicchio tagliato a listarelle su un wok o una padella antiaderente con un po' d'olio: ci vorranno 10-15 minuti;
mentre si raffreddano preparate le due uova sbattute col sale e il parmigiano (e il latte che io non ho messo);
tagliate la scamorza a dadini;
mescolate l'impasto delle uova con la scamorza e il radicchio e salate q.v.p. (quanto ve piace);
stendete la pasta brisée, dopo averla adattata alla misura della vostra teglia con l'aiuto di una bottiglia di vetro o di un minimattarello comprato al mercato come quello che io posseggo, tiè;
bucherellate con la forchetta il fondo della pasta;
versate il composto dentro la teglia partendo dal centro e stendendo poi fino ai bordi che chiuderete;
preparate un tuorlo d'uovo e spalmatelo sui bordi con un pennello o con le mani (come mi ha insegnato la mia amica silviami);
lasciate in forno da 30 a 45 minuti, ma controllate spesso, perché i forni si sa son traditori.





domenica 21 marzo 2010

alla faccia di chi ce vo' male. Il terzo ritorno di francescoca nella blogosfera.

Ad esser franchi, non si sentiva la necessità di un nuovo blog sulla rete.
Ad esser franci, invece, se ne sentiva eccome.
Si sentiva così tanto che in quest'ultimo anno chi scrive ha dato breve vita a varî nomi di tastiera, e tra questi ricordiamo almeno franz-oie o diderò, che doveva portare a diarididerot e da lì alla pace del mondo e alla moratoria ONU sulla ritenzione idrica. Tutti progetti che non sono arrivati nemmeno alla pubertà, savasàn. In un vecchio post di un vecchissimo ma amato blog ho sostenuto che i post fossero uguali ai follicoli primordiali di una donna: alla pubertà sono circa 300.00, ma solo 400-500 di loro verranno effettivamente espulsi. Allo stesso modo, infatti, l'esordio di un blog è di solito entusiasta, con più post che visitatori, in un rapporto ahimè inversamente proporzionale: i post scarseggiano, i visitatori aumentano.

Ora, facciamo che questo è già un blog adulto. A dargli il diritto all'aggettivo sarà una felice combinazione tra l'esperienza dell'A. e la scelta di un tema.
Tranquilli, come questo stesso incipit dimostra non mancheranno alcune delle note caratteristiche dell'ocamuccata: grande autorefenzialità, metafore ardite e crude per dire cose semplici e di immediata comprensione, uso sostenuto di ortografie non convenzionali, visitatori affezionati a tal punto che chi legge questa frase possa ora sentirsi lusingato, post metonimici o descrittivi, incursioni di esterni, censure preventive, grandi ipocrisie, commenti al vetriolo non spontanei, ambizioni di rappresentare un network nel mondo, ricchi premi e cotilloni. Tutto questo non mancherà, ma sarà accompagnato da una ricetta* per post.
Felicemente ritrovati, allora.

* chi va cercando riduzioni ai propri farmaci del cuore casca male: qui si parla di cibo.